Coronavirus Covid-19.PAPI E BEATI - PAPA GIOVANNI PAOLO II - LA GIOVINEZZAUN CALCIO BEN TIRATO...Emmanuel Mounier, filosofo francese e pubblicista cattolico, scrisse una volta spiritosamente: «Come amerei sapere che i giovani cattolici ammirano le stelle, così vorrei anche vedere nel parroco un sostenitore della squadra di calcio. Una rete segnata bene è un primo slancio verso le stelle; un ottimo mezzo per rinfrescare l'atmosfera della chiusa vita interiore». Non si sa se il parroco di Wadowice fosse un sostenitore del calcio, e non si sa nemmeno se fosse contento del giovane calciatore: si dice che Wojtyla, con un tiro messo a segno, ruppe la vetrata della chiesa... Questo giovane però, pur occupandosi dello sport, o portando sulla scena i personaggi sublimi del conte Henryk (7) e dello spensierato Gucio (8), pensava anche alle «stelle». Si sapeva che lo studente amava ritirarsi in casa per immergersi nella lettura dei filosofi; forse di tanto in tanto gettava l'occhio sulla sentenza ammonitrice: «Il tempo fugge...» scolpita sulla chiesa dirimpetto. Egli stupiva i suoi compagni di scuola per la sua profonda conoscenza dei testi filosofici. (7) Il «conte Henryk» è un personaggio della «Non Divina Commedia» di Z. Krasinski (1835); è il rappresentante tipico dell'ala conservatrice della nobiltà polacca «La non Divina Commedia» fu scritta dal non ancora ventenne poeta con una precoce e folgorante intuizione (tredici anni prima del '48) dell'inevitabile scontro tra aristocrazia e proletariato, da cui emergerà vittoriosa l'idea cristiana. (8) «Gucio» è un carattere brillante e affascinante della commedia «Voti di fanciulle» di A. Fredro.DEBUTTO SULLA STAMPALo si poteva anche incontrare in chiesa con lo scapolare sul collo; lo stesso scapolare con il quale - come metropolita - fu visto girovagare per i Tatra e andare in canoa lungo i laghi Masuri. Ancor giovinetto, serviva messa e presiedeva il circolo dei chierichetti. A questa sua funzione è legato il suo primo singolare debutto sulla stampa. Era accaduto infatti che Karol era stato l'organizzatore e l'animatore di una grande festa di addio in onore del reverendo Kazimierz Figlewicz, fondatore e assistente del circolo dei chierici, il quale era costretto a lasciare i suoi amati ragazzi di Wadowice perché destinato come vicario della Cattedrale di Cracovia. Sul «Dzwoneczek» («Il campanello») del , appendice del settimanale di Cracovia «Dzwon niedzielny» («La campana domenicale»), fu pubblicata, con tanto di fotografia, la descrizione di quella cerimonia. Ebbene, l'autore di quell'articolo fu proprio l'allora tredicenne Karol, il futuro Papa Wojtyla, che si firmava «Prezes» (il Presidente). Riportiamo qui due frammenti di quel simpatico debutto giornalistico: «Il 10 agosto - leggiamo all'inizio - il nostro circolo dei chierici salutava il suo assistente, reverendo prof. Kazimierz Figlewicz, che partiva per assumere un nuovo incarico presso la Cattedrale di Cracovia. Da quando esiste la nostra organizzazione, egli ne era il generoso protettore. I chierici lo amavano ed hanno espresso questo sentimento nel momento dell'addio. Era infatti per loro come un padre. Che trovi la giusta stima il suo nobile lavoro, non tra gli uomini, ma nella giustizia divina, dove avrà anche adeguata ricompensa! Non di questo allora devo scrivere, ma del congedo. Nel giorno della partenza, tutti i ragazzi si sono raccolti nella chiesa per la S. Messa. Alle 8,30 il reverendo inizia il sacro rito durante il quale i chierici cantano inni religiosi. Dopo la messa essi chiedono all'assistente di posare assieme a loro per una fotografia ricordo. Vestiti in cotta e mantella si sono disposti in cerchio ed ai suoi piedi hanno deposto i fiori. Dopo di ciò è arrivato il vero momento del commiato: io sono stato scelto per pronunciare le prime parole di saluto. Dopo di me ha parlato il collega Gaska Stanislao, che ha salutato calorosamente il nostro reverendo». Nell'articoletto è citato per esteso il discorso di quel Gaska (con il quale Karol si esibiva anche sulla scena), ed infine il «Presidente» così conclude la sua relazione: «Di tanto in tanto l'oratore si fermava perché il pianto non gli permetteva di proseguire. Le lacrime hanno cominciato a scorrere sul viso del reverendo; piangevano anche i ragazzi per il dispiacere di doversi staccare da lui. Dopo di che si son tutti un po' ripresi all'arrivo dei gelati e della cioccolata, ma nei loro cuori senz'altro sono rimasti tristezza e rimpianto. Ed ora, caro nostro assistente, nel nome del circolo orfano, Ti ringrazio del tuo lavoro pieno di sacrifici, per la tua fatica; per la tua dedizione per noi. Che Dio Ti accompagni sempre con la Sua protezione».PAPA GIOVANNI PAOLO II LA GIOVINEZZA Parte Inizio I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV XV XVI XVII |
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